UN SEMINO DA FAR CRESCERE

E’ passata più di una settimana dal mio rientro, ormai anche Fabrizio, Augusta, Marilena sono rientrati dal loro viaggio nelle terre andine …

Subito vien voglia di scrivere le emozioni e i ringraziamenti alle persone incontrate e ritrovate. Così Fabrizio ha fatto, in una bellissima lettera inviata a tutti.

Le emozioni vissute sono tante, i ricordi altrettanti, ma metterli insieme può risultare difficile, specie se nonostante si sia tornati, continuano ad essere vividi nella nostra mente e non facili da riordinare.

Rivedo le foto scattate durante i miei giorni peruviani e ascolto la musica che mi ha accompagnato

nei lunghi spostamenti. I profumi, il vento e la polvere si rimaterializzano nella mia mente, l’eco delle tante voci ascoltate, delle avventure vissute, mi rinnova l’allegria e sento nuovamente quell’energia che mi ha accompagnata per tutto il viaggio.

Tanti volti, tante strette di mano, tante risate, qualche lacrima…

Ogni viaggio fatto, porta un dono da portare con sé ad ogni ritorno.

Le lunghe ore passate sull’aereo permettono di lasciarsi andare a molte riflessioni…

L’enorme distanza, da casa, dalla terra, da tutto, sospesi a 10.000 mt, nel buio della notte le stelle vicine e splendenti, quasi propense a farsi toccare… il cuore si riempie di gratitudine e la gratitudine si trasforma in preghiera.

 

“SIGNORE FA DI ME UNO STRUMENTO D’ AMORE PER GLI ALTRI”

 

Quando si vive nella propria realtà, è facile dimenticare chi è l’altro, presi dai propri problemi, dalle piccole lotte quotidiane. L’altro diventa non un fratello da amare, ma un vicino da osservare, alle volte un nemico da cui difendersi. Ci proteggiamo nelle nostre fortezze, sforzandoci di essere sempre migliori di chi ci sta vicino.

Si diventa ostili, diffidenti, paurosi.

Probabilmente non è necessario andare così lontano per aprire gli occhi alla vera essenza dell’amore, ma il cammino non è uguale per tutti.

Il mio mi ha portato in Perù , varie volte, ed ogni volta sono tornata con più amore nel cuore.

L’esperienza fatta semplicemente nell’osservare scelte di vita diverse dall’ordinario, persone che hanno scelto di dedicare la propria vita per gli altri, l’energia che sprigiona dai loro sguardi, pieni d’ amore per i loro fratelli, il ritmo incessante del loro lavoro che mai cala… tutto questo ha fatto nascere oltre che ammirazione, il desiderio di altro…

Come il genitore che sa che per educare il figlio altro non deve fare che dare l’esempio, così guardare l’esempio di uomini e donne felici nel dedicare la propria vita per gli altri non può non far nascere nel cuore un spinta nuova, domande nuove.

Non tutti siamo chiamati alle medesime scelte, ma a tutti viene fatta la stessa domanda:


CONOSCI TUO FRATELLO?

 

“ero affamato, ero carcerato, ero ammalato…”

 

Ma qual è il senso di tutto?

cosa si deve fare?

Queste le domande che mi sono portata durante questo lungo tempo in Perù.

Come in tutti i viaggi, prima di partire si fanno programmi, progetti, obiettivi da raggiungere ma mai si può prevedere quale sarà il percorso, dove un cammino intrapreso possa portare.

Niente è scritto e tutto è da scoprire!

Sono partita come madre, tenendo per mano mia figlia adolescente, alla scoperta di una parte delle sue radici, ma ancor più importante ho scelto di mettere i suoi giovani occhi di fronte a ciò che il mondo ci nasconde…SI PUO’ ESSERE FELICI ANCHE VIVENDO IN SEMPLICITA’.

Con gradualità le si è spalancato un mondo inaspettato, ciò che il giorno prima avrebbe considerato, scomodo, sporco, stancante, le è apparso come interessante, stimolante, avvincente…

Ho visto la gioia nei suoi occhi, sono stata spettatrice del suo adattamento, del suo considerare normale ciò che molti di noi considerano alieno.

Qualcuno potrebbe dire che certe esperienze vadano fatte quando si è “grandi”…

Ma non c’ è niente di più adattabile di una mente fresca, giovane, per apprendere, per incominciare a seminare nel suo cuore domande:

MA ALLORA NON ESISTE SOLO IL MIO MONDO!

CHI E’ L’ALTRO?

CHI E’ MIO FRATELLO?

soprattutto la consapevolezza che siamo tutti uguali, in qualsiasi posto del globo ci si trovi.

Sembra una frase fatta, ma la verità è che quando si va lontano ci si trova a stupirsi proprio di scoprire che quell’amico dagli occhi a mandorla, dalla pelle nera, gialla, olivastra altro non ha che i tuoi problemi, i tuoi desideri. Gli piace giocare, scherzare come te, si impegna nel lavoro nello studio come te, si stanca e si innervosisce come te. E’ TUO FRATELLO!!

Lo riconosci proprio per questo!!

Missionari allora si diventa quando scopri che tuo fratello, quella persona uguale a te, sta soffrendo, è malata, è carcerata… chi lascerebbe il proprio fratello solo con se stesso?

Suor Eustella, Suor Annamaria, Suor Speranza; Suor Bernardina sono “sorelle”(le “fatine” buone come le chiamo io) che hanno scelto di dedicarsi ai nostri fratellini più piccoli, bambini che non hanno avuto la fortuna di essere curati dalle proprie famiglie… i Padri Agostiniani, hanno scelto di dedicarsi ai fratelli un po’ più “grandi” che si trovano sparsi per la regione dell’Apurimac.

Un’intera schiera di fratelli che si “preoccupa” per altri fratelli!

Questo senso di famiglia, non può che far scaturire amore, desiderio di essere parte di questo bene che passa da persona a persona…da fratello a fratello…

 

“…essere la coppa da cui i miei fratelli possano bere,

  essere la coperta con cui possano coprirsi,

  essere cibo con il quale possano nutrirsi…”

 

So che questo è solo l’inizio, un piccolo semino che si è piantato in me e che deve essere coltivato.

Tanta strada c’ è da fare, tanto da imparare ma già adesso tante le persone da ringraziare, tanti i volti da tenere nel cuore per sempre.

Grazie a tutti i miei “fratelli” che ho incontrato in Perù’ dal più piccolo al più grande,

vostra “sorella”.

                                                                                      di Martha Antola

COMMENTI

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    21/04/2021 17:16

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